Chi sono

Sono Andrea Giardini e dal 2012 mi occupo di educazione cinofila. La passione per i cani l’ho avuta fin da bambino: appena ne vedevo uno dovevo immediatamente andare ad accarezzarlo e giocarci assieme. Col tempo questo interesse è aumentato e ho intrapreso un lungo percorso formativo per poter trasformare la mia passione in lavoro. Così nel 2014 ho conseguito la qualifica di Educatore Cinofilo e successivamente mi sono specializzato, diventando Rieducatore Comportamentale.

Quando mi chiamano per risolvere un problema, il mio approccio è sempre diverso e su misura per quella specifica situazione: ogni cane è unico, così come lo sono la sua famiglia e il contesto in cui vive. Non lavoro mai solamente sul singolo problema lamentato dai proprietari, ma su tutto ciò che riguarda il cane: l’ambiente, le esperienze che ha vissuto e i traumi che l’hanno segnato. Sono tutti tasselli di un puzzle che, se ricomposto, porta a una graduale risoluzione del problema.

Baso tutto il mio lavoro sull’equilibrio delle relazioni tra i proprietari e il loro cane. La chiave di tutto è una corretta comunicazione e la costruzione di un rapporto basato sulla fiducia reciproca: i risultati sono impressionanti.

Spesso mi chiedono:

Cosa ti piace maggiormente del tuo lavoro di educatore cinofilo e rieducatore comportamentale?

Sicuramente la parte che preferisco è quando aiuto i proprietari a capire maggiormente il loro cane. Dal loro punto di vista si apre un mondo, perché iniziano a notare degli atteggiamenti nel cane che inizialmente apparivano privi di senso. Ma la vera svolta arriva proprio dal cane, che sembra rendersi conto che finalmente qualcuno “lo capisce e parla la sua lingua” e inizia quindi a comunicare più di prima.

Questa comprensione reciproca getterà le basi per iniziare uno splendido percorso.

Spesso mi chiedono:

Cosa ti piace maggiormente del tuo lavoro di educatore cinofilo e rieducatore comportamentale?

Sicuramente la parte che preferisco è quando aiuto i proprietari a capire maggiormente il loro cane. Dal loro punto di vista si apre un mondo, perché iniziano a notare degli atteggiamenti nel cane che inizialmente apparivano privi di senso. Ma la vera svolta arriva proprio dal cane, che sembra rendersi conto che finalmente qualcuno “lo capisce e parla la sua lingua” e inizia quindi a comunicare più di prima.

Questa comprensione reciproca getterà le basi per iniziare uno splendido percorso.

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